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Ci sono giochi che promettono un viaggio, e poi c’è Mai: Child of Ages, che quel viaggio lo trasforma in una vera esperienza esistenziale. Pubblicato da Chubby Pixel, questo titolo indipendente ci conduce in un mondo frammentato, sospeso tra passato e futuro, dove il tempo non è solo un concetto ma un personaggio vivo.
Il tempo come protagonista
In Mai: Child of Ages, ogni scelta piega la linea temporale. Grazie al potere della Sacred Plant e alla pietra di Uroboro, la protagonista attraversa le epoche per ricomporre la propria identità e il destino dell’universo.
Le recensioni concordano: il tema del tempo non è solo narrativa, ma gameplay puro — una meccanica che fonde emozione e logica, spingendo il giocatore a riscrivere il passato per cambiare il futuro.
Un’avventura dalle mille sfaccettature
Mai non è un’eroina qualunque: la viviamo bambina, poi adolescente, in un percorso di crescita reale.
Ogni fase della sua vita porta nuove abilità e nuovi limiti, dall’agilità e innocenza dell’infanzia alla forza e complessità dell’età adulta. È un’idea che rende il gioco quasi “biografico”, con un senso di progressione che raramente si trova in produzioni indipendenti.


Gameplay: tra puzzle e battaglie dinamiche
L’anima di Mai: Child of Ages è duplice: da un lato puzzle ambientali che mettono alla prova l’intuito, dall’altro combattimenti tecnici in tempo reale, con schivate, parate e attacchi combinati.
La durata complessiva dell’avventura supera le 20 ore di gioco, e chi ama le sfide, troverà anche una modalità cooperativa: un secondo giocatore può prendere il controllo degli spiriti primordiali e aiutarci nei momenti più intensi.
Un mondo da scoprire e ascoltare
Visivamente, Mai: Child of Ages alterna antiche rovine e fabbriche abbandonate, mescolando colori, luci e atmosfere in modo quasi pittorico.
La versione Nintendo Switch, pur con qualche piccolo limite tecnico (come segnalato da PS4Blog.net), mantiene tutta la magia dell’esperienza originale.
Ma il vero punto di forza è il comparto sonoro: la colonna musicale, secondo Game8, “sorregge l’intera esperienza”, trasformando ogni momento in un ricordo emozionale.
Imperfezioni che sanno di umanità
Alcuni recensori segnalano bug minori e sezioni meno ispirate, ma come scrive NextPlayer, “le imperfezioni diventano parte del fascino”.
È un gioco che non nasconde la sua natura artigianale: la si sente, la si vede, e proprio per questo Mai: Child of Ages trasmette autenticità.
Un viaggio da non perdere
In un mare di produzioni omologate, Mai: Child of Ages brilla per coraggio, cuore e idee.
È un’avventura che parla di crescita, memoria e tempo, ma soprattutto di noi, di come cambiamo e di come, nonostante tutto, cerchiamo di riscrivere la nostra storia.
Disponibile ora su Nintendo Switch, PS5 e Steam (clicca sul link per i vari store), Mai: Child of Ages è un piccolo capolavoro d’emozione e inventiva, capace di ricordarci perché amiamo ancora perderci nei videogiochi.
Nostro voto 5 su 5. Provare per credere.
Grazie Chubby Pixel, questo è un piccolo capolavoro

